Nell’ambito delle attività
del Museo della Fauna dell’Università di Messina, venerdì
9 agosto alle 21.30, verrà esposto al pubblico, all’interno del
suggestivo “Bastione di Santa Maria” dell’antico Castello di Milazzo, lo scheletro
del capodoglio Siso, giovane maschio di 10 metri che nell’estate del 2017 è
rimasto impigliato con la pinna caudale in una rete illegale a largo delle
Isole Eolie.
L'idea lanciata dal biologo
Carmelo Isgrò, componente del CTS del Museo, si è potuta realizzare grazie
ad una sinergia tra il Museo stesso nella persona del suo Direttore, prof.
Filippo Spadola, e del conservatore della sezione zoologica – faune marine
dott. Mauro Cavallaro ed il Comune di Milazzo, con la stipula di un protocollo
di intesa finalizzato all’esposizione del reperto.
Un ruolo fondamentale per l’attuazione
del progetto è stato svolto anche dal Servizio Cites Territoriale dei
Carabinieri di Catania, coordinato dal Comandante Parisi, che ha rilasciato la
certificazione CITES in considerazione del fatto che il reperto è tutelato
dalla convenzione internazionale di Washington.
Lo scheletro è
stato sospeso in aria con dei cavi, riposizionando la rete illegale che
l’ha ucciso e la plastica che è stata trovata all’interno dello stomaco, con l’obiettivo
di sensibilizzare l’utenza affinché la tragedia della morte di questo nobile
animale, possa condurre ad un momento di riflessione e crescita per tutti.
“Un ulteriore spazio che
arricchisce il percorso di visita del Castello – ha detto il sindaco Giovanni
Formica – offrendo un contributo importante alla sensibilizzazione sui temi
ambientali, tanto caro alla Capitaneria di porto e alle associazioni
ambientaliste. Attraverso iniziative come queste vogliamo consolidare un
percorso “consapevole” di tutela dell’ambiente marino
nonché di difesa e riqualificazione del territorio, perseguendo gli obiettivi
condivisi del contrasto alla produzione e dispersione dei rifiuti in ambiente
marino costiero”.
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