Cresce l’offerta culturale
all’interno del Castello di Milazzo. Per iniziativa dell’assessore alla Cultura
Salvo Presti, allo scopo di potenziare i servizi erogati ai visitatori che in
questi giorni affollano sempre più la cittadella fortificata, da questa estate
è possibile usufruire in via permanente di nuovi spazi ed attrattive. Una serie
di interventi - resi possibili grazie all’impegno dei volontari della Società
Milazzese di Storia Patria - che si vanno ad aggiungere all’imponente opera di
pulizia e scerbamento che già dallo scorso mese ha cambiato profondamente
l’immagine del più importante bene culturale cittadino.
Dopo il rilancio del Torrione
Normanno, bonificato, illuminato e
restituito alla pubblica fruizione qualche settimana fa con un’elegante
cartellonistica multilingue, ad essere consegnato ai visitatori è adesso il
suggestivo ambiente della Fonderia, sormontato da una possente volta a botte
che custodisce i resti di una profonda fornace entro la quale nel Settecento
venivano fusi i cannoni in servizio nei bastioni della stessa cittadella
fortificata.
Impreziosita dalla vicina fontana del Cinquecento, la fornace, della quale sono andate perdute le attigue strutture in muratura refrattaria, è tornata alla luce nel 1999, in seguito ad un’energica opera di bonifica che - durante i restauri dell’antico Duomo - ha consentito di liberare questo ampio vano da un imponente cumulo di terra e detriti.
Adesso, a distanza di ben 19 anni da quei lavori, il sito culturale viene finalmente restituito alla collettività, arricchito da cartellonistica in 5 lingue con testi tradotti dalle dottoresse Elisa La Rosa e Lidia Schropp, dal prof. Tony Harris e dal dott. Michele Romano.
Impreziosita dalla vicina fontana del Cinquecento, la fornace, della quale sono andate perdute le attigue strutture in muratura refrattaria, è tornata alla luce nel 1999, in seguito ad un’energica opera di bonifica che - durante i restauri dell’antico Duomo - ha consentito di liberare questo ampio vano da un imponente cumulo di terra e detriti.
Adesso, a distanza di ben 19 anni da quei lavori, il sito culturale viene finalmente restituito alla collettività, arricchito da cartellonistica in 5 lingue con testi tradotti dalle dottoresse Elisa La Rosa e Lidia Schropp, dal prof. Tony Harris e dal dott. Michele Romano.
Dalla collaborazione tra
l’assessorato alla Cultura e Storia Patria è scaturito anche il recupero di una
cella a pian terreno del Mastio, destinata ad illustrare - con tanto di
modellino realizzato dallo studioso Carmelo Fulco - i misteriosi «Occhi di
Milazzo», dai più conosciuti con la più recente denominazione di scarabeo.
Bellissima notizia ^_^
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