Seduta consiliare dedicata
alla questione sanità ieri sera a Milazzo. Una riunione che ha registrato anche
la presenza dei deputati Laccoto e Picciolo e di alcuni rappresentanti
sindacali del mondo sanitario, tra i quali il vicesegretario regionale del
Cimo, Giuseppe Giannetto. Tanto dibattito ma nessun documento approvato. Se ne
parlerà lunedì sera quando il presidente Nastasi ha riconvocato i lavori
proprio per discutere e votare quanto venuto fuori da una concertazione tra le
varie forze politiche. Diverse ore di dibattito hanno comunque riaffermato che Milazzo
e Barcellona sono diventati “Ospedali Riuniti”, ma nella disapprovazione di un
piano sanitario che di fatto finisce per penalizzarli, compromettendo il
ricorso ad alcuni servizi, nonostante i bacini d’utenza, e depauperando soprattutto
alcune unità di fondamentale importanza.
In apertura il presidente del consiglio
Gianfranco Nastasi ha parlato di “scelte schizofreniche” e considerato quanto
meno un errore la mancanza di emodialisi nel reparto di nefrologia. Giuseppe
Midili ha esordito sostenendo che si tratta di un risultato che “massacra” la
sanità nei territori di Milazzo e Barcellona, ed è una conseguenza –ha detto-
al fatto che “il nostro comprensorio non ha peso politico e di questo bisogna
prenderne atto”.. All’impianto sanitario regionale non sono mancate critiche
anche da parte di Antonio Foti che ha parlato dell’assenza di un centro di
oncologia, individuando altre penalizzazioni che la ristrutturazione comporterà
per gli ospedali di Milazzo e Barcellona. Per Simone Magistri sono i risultati
di pasticci attribuiti alla giunta del presidente Crocetta con le rimodulazioni
alla rete ospedaliera senza sentire i rappresentanti dei territori interessati.
Come gli altri che l’avevano preceduto, il consigliere ha passato in rassegna
le penalizzazioni subite dagli ospedali di Milazzo e Barcellona, ha evidenziato
palesi contrasti anche con il decreto Balduzzi, ha parlato di “assoluta follia”
non prevedere medici a bordo delle ambulanze nel territorio milazzese. Anche l’onorevole Laccoto ha detto in premessa
di non condividere la rete ospedaliera, “ritengo però che Milazzo –ha aggiunto-
non è stata maltrattata rispetto ad altri presidi, essendo struttura di 1^
livello”. Comunque, se battaglia si deve fare va fatta -ad avviso di Laccoto-
su pochi punti e con Barcellona se si vogliono ottenere risultati concreti. Ha assicurato
che sulla nefrologia farà una battaglia perché necessita a Milazzo per incontrovertibili
esigenze del territorio, aggiungendo però che bisogna concentrarsi sulla norme
previste per gli ospedali di 1^ livello. L’on. Picciolo ha invece sostenuto che
il vero nodo adesso è rappresentare le varie esigenze in sede ministeriale per
apportare i necessari correttivi. Ha concordato con tante delle obiezioni
rappresentate, precisando comunque che tutti i reparti ospedalieri da 2 a 6
mesi dovranno andare a regime e che il problema più serio sarà quello di dover
fornire i dati a fine 2017 e 2018, per cui toccherà ai medici portare il
resoconto del loro operato. Riferendosi al 188 Picciolo ha fatto presente che
ci sono i numeri che contano per cui il problema si risolverà e il modello di
Messina resterà validissimo e sarà pure da esportare. . Anche il sindaco
Giovanni Formica ha messo subito il dito nella piaga di un modello di
programmazione che non è soddisfacente per cui va intrapresa una battaglia per
ottenere una struttura che corrisponda ad una buona sanità, con un metodo
condiviso per ottenere il migliore risultato possibile.
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